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PensieridiRò
Il blog di Roberto D'Izzia, #attorezen
Se fossi davvero capace di scrivere, al posto di un blog farei un libro, e diventerei ricco.
mercoledì 26 luglio 2023
Post n.128_ Il LaborAttorio 2023-2024 !
#laborattorio2324 #corsoteatro #attorezen #robertodizzia #passione #arte
giovedì 1 giugno 2023
Post n.127_ I Poeti di Via Margutta 3 - edizione 2023
domenica 14 maggio 2023
Post n.126_ Storie Zen di Roberto D'Izzia: "L'abito rosso della ragazza"
Post n.124_ Volontà di ferro
Post n.123_ Il Narcisismo
martedì 2 maggio 2023
Post n.122_ Video Poesia DANTEBUS - Roberto D’Izzia “Possedere l’alba”
Parole
chiave del post:
#robertodizziascrittore #poesia #dantebus #alba
#illuminazione #universo #videopoesia #editore #cambiamento #colori
#robertodizzia #attorezen
giovedì 30 marzo 2023
Post n.121_ Non violenza - messaggio n.3 - Bullismo
giovedì 23 marzo 2023
Post n.120_ Ponte sullo Stretto di Messina: un sogno che diventa realtà. Tipo Freddy Krueger.
Post n.119_ Non violenza - messaggio n.2 - Guerra storica e il Nulla che avanza
domenica 19 marzo 2023
Post n.118_ FIORI e PARCHEGGI SELVAGGI
mercoledì 8 marzo 2023
Post n.114_ Multiverso
Parole chiave del post:
#attorezen #picsoftheday #matrix #multiverso #respirare #frattali #frattalinaturali
martedì 21 febbraio 2023
Post n.113_ Non violenza - messaggio n.1 - Armi e Guerra
Post n.112_ Storie Zen di Roberto D'Izzia: "L'allievo che non seppe rispondere"
sabato 18 febbraio 2023
Post n.111_ Possedere l'alba
venerdì 17 febbraio 2023
Post n.110_ Giordano Bruno: difendere le proprie idee, fino alle fiamme
Post n.109_ CabareTTERRIMO_ 04 Febbraio 2023_ LIVE
Ecco alcuni momenti di CabareTTERRIMO, la serata che ho tenuto al D&D For You di Bellaria Igea Marina il 04/02/2023...
mercoledì 15 febbraio 2023
Post n.108_ Responsabilità
martedì 14 febbraio 2023
Post n.107_ Storie Zen di Roberto D'Izzia: "L’amica che parlava tanto"
Post n.106_ Il tuo obiettivo
sabato 11 febbraio 2023
Post n.105_ Finalmente, i miei versi pubblicati! Sarò su LIBRO BLU di Ivvi Editore
Bisonti
S’affaccia furtivo, il guerriero Sioux,
e con la mano a ripararsi da un timido sole
osserva,
silenzioso osserva il divenir del giorno ad est,
e mandria di bisonti impazziti
verso il nulla andare.
Ecco, sta pensando,
quelle son le mie future sfide,
e nel mentre cento dardi estrae
dalla sua faretra;
non c’è bestia che mi fermi,
quando stringo fra le mani
le mie cento vite.
E poi,
un pietoso sguardo verso l’ovest,
punto cardinale del ricordo.
E colori come odori,
gusti come suoni,
pallidi riflessi che ingannano i miei occhi,
e pretendono d’esser vivi.
Fichi d’india e calure estive,
sale grosso, e sale fino,
infiniti istanti silenziosi in due.
Ecco,
sta pensando mentre posa i dardi
son le anime danzanti dei bisonti uccisi,
che mi fanno compagnia.
Poi,
prende l’arco sorridendo
e si volta nuovamente verso est.
Roberto D'Izzia
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lunedì 23 gennaio 2023
Post n.104_ Storie Zen di Roberto D'Izzia: "La nutria"
Lungo
il margine del fiume, erano giunti dalle colline due esemplari di nutria. Avevano
scavato pazientemente tre tane: una per proteggersi dai predatori, una per
l’inverno, ed una per accudire eventuali cuccioli.
Il primo anno, sopravvissero
all’inverno senza problemi; ogni volta che l’acqua del fiume si alzava di
livello, entravano nella tana centrale e salivano, grazie ad un tunnel, sopra
il livello dell’acqua, così da non restare annegati. Quando il fiume tornava a
livelli regolari, le nutrie uscivano nuovamente, facevano il bagno nelle acque
fredde e fangose, mangiavano qualche pianta selvatica, croccante e gustosa, per
poi rinchiudersi in un’altra tana.
Giunta la
primavera, misero al mondo tre cuccioli, che giocavano nell’acqua e imparavano
a masticare le radici più dure.
Gli esseri umani
si radunarono, e dissero
- quelle
nutrie sono pericolose, possono mordere i nostri bambini
Per questo motivo,
catturarono uno dei cuccioli, e lo uccisero.
Altri umani si
riunirono, qualche giorno dopo, e urlarono
- le nutrie usciranno
dal letto del fiume, e mangeranno tutto il nostro raccolto
Così,
catturarono un altro cucciolo, ed uccisero anche quello.
Altri umani, riuniti
in un terzo gruppo, dopo aver visto cosa erano stati in grado di fare i loro concittadini,
presero coraggio, e dissero:
- le nutrie rimaste
scaveranno così tante buche e così tanti tunnel, da far franare gli argini del
fiume e le case lì vicino.
Così,
catturarono il terzo cucciolo, per sopprimerlo.
Prima della fine
dell’estate, l’esemplare maschio di nutria capì che era tempo di emigrare, ma
la femmina rimase nella sua tana, per tutta la vita.
E per tutta la
vita fece l’unica cosa che aveva sempre fatto, cioè mangiare erba selvatica e
radici, fare qualche bagno quando il fiume lo permetteva e nascondersi durante
i mesi più rigidi; senza mordere bambini, senza mangiare i frutti delle colture
lì vicino e senza distruggere l’argine del fiume, perché quella era casa sua.