Se fossi davvero capace di scrivere, al posto di un blog farei un libro, e diventerei ricco.

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lunedì 23 gennaio 2023

Post n.104_ Storie Zen di Roberto D'Izzia: "La nutria"

   Lungo il margine del fiume, erano giunti dalle colline due esemplari di nutria. Avevano scavato pazientemente tre tane: una per proteggersi dai predatori, una per l’inverno, ed una per accudire eventuali cuccioli.

   Il primo anno, sopravvissero all’inverno senza problemi; ogni volta che l’acqua del fiume si alzava di livello, entravano nella tana centrale e salivano, grazie ad un tunnel, sopra il livello dell’acqua, così da non restare annegati. Quando il fiume tornava a livelli regolari, le nutrie uscivano nuovamente, facevano il bagno nelle acque fredde e fangose, mangiavano qualche pianta selvatica, croccante e gustosa, per poi rinchiudersi in un’altra tana.

Giunta la primavera, misero al mondo tre cuccioli, che giocavano nell’acqua e imparavano a masticare le radici più dure.


Gli esseri umani si radunarono, e dissero

- quelle nutrie sono pericolose, possono mordere i nostri bambini

Per questo motivo, catturarono uno dei cuccioli, e lo uccisero.

Altri umani si riunirono, qualche giorno dopo, e urlarono

- le nutrie usciranno dal letto del fiume, e mangeranno tutto il nostro raccolto

Così, catturarono un altro cucciolo, ed uccisero anche quello.

Altri umani, riuniti in un terzo gruppo, dopo aver visto cosa erano stati in grado di fare i loro concittadini, presero coraggio, e dissero:

- le nutrie rimaste scaveranno così tante buche e così tanti tunnel, da far franare gli argini del fiume e le case lì vicino.

Così, catturarono il terzo cucciolo, per sopprimerlo.


   Prima della fine dell’estate, l’esemplare maschio di nutria capì che era tempo di emigrare, ma la femmina rimase nella sua tana, per tutta la vita.

E per tutta la vita fece l’unica cosa che aveva sempre fatto, cioè mangiare erba selvatica e radici, fare qualche bagno quando il fiume lo permetteva e nascondersi durante i mesi più rigidi; senza mordere bambini, senza mangiare i frutti delle colture lì vicino e senza distruggere l’argine del fiume, perché quella era casa sua.



Parole chiave del post:
#attorezen #storiezen #robertodizzia #compassione #animali #pregiudizi 

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