Se fossi davvero capace di scrivere, al posto di un blog farei un libro, e diventerei ricco.

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lunedì 13 luglio 2020

Post n.10: Perso un Morricone, non se ne trova un altro.

- Respira profondamente. Ti faccio ascoltare un brano. Ora, stai entrando in una stanza in cui non entri da quarant'anni. Qui hai passato la tua adolescenza. Non ti dico nient'altro e ricorda: agire e non recitare.-
  
    Così, chiudevo gli occhi, respiravo profondamente, e provavo ad immaginare cosa potessi trovare in quella stanza. Le prime volte non accadeva nulla, anzi, a sentire il mio insegnante di teatro, accadeva tutto il contrario di ciò che stavamo cercando di fare.
"STOP! Stai recitando! Agire e non recitare diceva Stanislavskij! Apri il cassetto giusto e tira fuori le emozioni!"

    Già, tutto chiaro, ma... che vuol dire? Come si fa? Come faccio ad aprire un cassetto che non esiste per estrapolare ricordi miei ed applicarli a circostanze che non sono mie? Come caspita ci sono finito qui? Ma chi me l'ha fatto fare?!

    Poi, poi.
Il respiro si fa più calmo. Quella meravigliosa musica - melodia che racconta tutto - entra nelle viscere, la stanza vuota si riempie di oggetti del passato, i ricordi riaffiorano non nella loro forma reale, ma nella loro sostanza emozionale, e la mia prima vera improvvisazione nasce.

    Piango, in scena, ma non molto, solo un po'.
Il mio insegnante mi dice che Robert De Niro è così che affronta la scena del ritorno al locale, in C'era una volta in America, ed io un po' mi vergogno perchè pur amando Sergio Leone, il Cinema, il suddetto attore ed Ennio Morricone, non avevo ancora visto quel film; così, il giorno dopo, vado in videoteca, affitto una VHS, e guardo il lunghissimo film in ossequioso silenzio.

    Peccato, penso, dev'esere andato storto qualcosa con la direzione del doppiaggio, perchè proprio non ci siamo, però, caspita che film.
La colonna sonora?
La colonna sonora, già.
Un'opera d'arte, un'onda che ti culla con dolcezza, un antico carillon, note che restano in testa subito, da fischiettare senza sosta, da sognare, da riascoltare all'infinito.

    E' questo che faccio.
Ascolto all'infinito le colonne sonore di Ennio Morricone, da anni, e le propongo a teatro ai miei laboratori, e scrivo un post in onore a lui una settimana dopo la sua morte perchè sento il dovere di farlo, non importa se qualcuno lo leggerà.
Lo leggo io, mentre ricordo, come fosse ieri, quell'improvvisazione di diciassette anni fa e, questa volta sì, caro maestro, che riesco ad aprire il cassetto giusto.

    Piangere non serve: l'importante è agire, non recitare.

Brano musicale: C'era una volta in America - Deborah's Theme, Ennio Morricone



parole chiave del post
#enniomorricone
stanislavskij
#c'eraunavoltainamerica
#teatro
#colonnasonora
#sergioleone
#robertdeniro

domenica 14 giugno 2020

Post n.9: Amleto - Hamlet

 

    Qual paura fottuta di Amleto coglie l'attore imbèrbe, intento a sfidare mille e più di mille esibizioni mirabolanti di straordinari predecessori!
    Paura giustificata dalla mole catastrofica di clichè vomitati addosso agli allievi durante i percorsi affrontati in scuole di teatro da nomi importanti, o meno importanti, oppure del tutto sconosciute.

    Una paura, quella su Hamlet, giustificata dal solo fatto che ci si sofferma all'enorme ostacolo numero uno - che, poi, potrebbe senz'altro essere anche il mio - vale a dire ricordare il testo integrale a memoria, rendendo comunque credibile la messa in scena, così da non offendere la buon'anima del povero William.

    Beh, quando uno come me passa anni a sperimentare il Sistema Stanislavskij, per poi accorgersi che di quella scienza coglie soprattutto l'aspetto emotivo dell'improvvisazione sul palco, è difficile che provi anche solo ad immaginare lo studio di decine di battute; eppure, lavorando sui personaggi di quella tragedia, qualcosa accade: si capisce come avrebbero potuto vivere prima della messa in scena, il perchè di certe battute, quale potrebbe essere la loro psicologia sottointesa.

Ecco la magia del Teatro.
Sì, certo, distruggo un testo, lo spezzetto, lo smembro,
ne creo uno nuovo,
nascono nuove scene.
I personaggi si mostrano in tutta la loro forza se sono fragli
ed in tutta la loro fragilità se sono stati dipinti forti.
Ecco la magia del Teatro.

    La fottuta paura di cui alla prima riga sparisce nel nulla.
    
Io sono un altro Claudio. Io sono un'altra Gertrude. Io sono un altro Amleto.

    Questo è il lavoro dell'Attore sul Personaggio che quest'anno sto portando avanti nonostante la brusca frenata di Febbraio. Tre personggi a discapito di tanti altri - che importa - William mi perdonerà, ma anche lui dovrà pur rendersi conto che non si può tutte le volte scrivere tragedie stupende con decine di personaggi tutti degni di profonde analisi psicologiche.

    Se non merito il suo perdono, immagino che il suo spettro comparirà di tanto in tanto al mio fianco nei momenti di convivio, a ricordarmi che le sue tragedie non si maneggiano come fossero balòcchi, e che io non sono Carmelo Bene.

    Io, ovviamente, non ascolterò la voce giunta dall'aldilà, e sfiderò i presàgi.


parole chiave del post
#Amleto
#teatro
#cultura
#arte
#attori
#palco
#Shakespeare
#Carmelo Bene
#Stanislavskij

domenica 31 maggio 2020

Post n.8: Cultura e Spettacolo all'arembaggiooo!



Foto di "Contropiano"
I lavora-che?

    Miei cari tamponizzati lettori, che dietro la Cultura e lo Spettacolo ci siano dei lavoratori è scontato, ma in Italia si sa, una bottarella alle piazze ogni tanto bisogna darla, altrimenti si rischia per esser dimenticati, o finire nel nulla che avanza.


    Quando parlo di nulla, intendo proprio la mega nube nera de "La storia infinita", che avanza inghiottendo gli alberi, le rocce, gli animali e perfino la luce di Fantàsia; lo so, alcuni di voi non sa neanche di cosa diavolo sto parlando, ma altri in questo momento hanno già chiuso gli occhi e sognano di essere Atreju sulle spalle di Falkor, con gli occhi socchiusi ed il vento sui capelli.


    Dicevo, nelle piazze ci si finisce perchè bisogna far capire che si esiste, ma c'è chi pensa che lavorare nel mondo dell'arte, della Cultura e dello Spettacolo sia pura fantasia.


Tutta fantasia che viaggia, insomma.

Una Net-che?

    Fantasia, come quella di un Ministro dei Beni culturali e del Turismo (Franceschini, dopo nei commenti potete anche sfogarvi, non preoccupatevi) che auspica in un futuro digitalizzato dell'arte, non solo dovuto all'emergenza virus, ma come - tenetevi, tenetevi molto forte ovunque siate, mentre leggete la frase che sto per riportarvi - una "sorta di Netflix della cultura", cosicchè "ci potrà essere chi vorrà seguire la prima della Scala in Teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa".


    E' stato bello sentire il Ministro al quale io, attore, in teoria dovrei dedicare tutta la mia fiducia, mentre fa pubblicità ad società privata che distribuisce on-line film, serie tv ed intrattenimento vario e contemporaneamente giura di creare una piattaforma uguale ma pubblica su cui svendere l'arte e la cultura.
    Forse - anzi certamente - ho capito male io, che sono in cattivissima fede, e sono fondamentalmente stupido, come voi attentissimi lettori dovreste aver già capito dal primo post, e dal mio vecchio storico blog.

...ehm, cosa caspita stavo scrivendo?

ah, già: i lavoratori della Cultura e dello Spettacolo.

Tutti in Piazza, ma...
cosa vogliamo?

    Il 30 Maggio 2020, dunque, in diverse piazze d'Italia (Roma, Milano, Venezia, Firenze, Bologna ecc...), la Cultura e l'Arte si è fatta vedere, per chiedere un aiuto al Governo, dato che tanti simpatici cavilli fanno sì che ogni sostegno economico immaginato in questi mesi per affrontare la crisi Covid-19 sembra sia perfettamente studiato per tagliare fuori proprio noialtri.


Io non sono stato in piazza, per due ragioni.
La prima, sono casi miei e non vi importa.

    La seconda è che da un Governo - non questo, ma qualsiasi e per sempre - non chiedo soldi, ma condizioni perchè l'arte possa essere un
lavoro onesto, e quindi spazi da utilizzare, attrezzature, interconnessioni fra comunità locali, uguali opportunità per tutti.

    Sì, sembrano parole al vento, ma facendo Teatro scoprireste che non esistono spazi decenti per laboratori e prove; in merito ad eventi, festival e grandi piazze sono affidati sempre alle stesse associazioni, con bandi ritagliati ad hoc.
    Giovani musicisti non trovano sale insonorizzate in cui fare prove, e via così.
    Per non parlare dei costi da affrontare per fare uno spettacolo: 3.000 € per l'affitto del teatro *** a Cesena, tanto per fare un esempio, ed il costo comprende solo la sera di una messa in scena, quindi neanche un utilizzo in più per le prove generali.
    Ah, anche i teatri delle parrocchie chiedono migliaia di euro per essere usati, ma questo è un altro argomento, o forse è proprio lo stesso.

   I teatri comunali sono affidati per appalto ad associazioni che mettono in cartellone solo spettacoli di altre associazioni.

    Se un attore professionista, con tanto di iscrizione ad una cooperativa di artisti non fa parte  di un'associazione, per esempio, da solo non può esibirsi da nessuna parte, ne' chiedere uno spazio pubblico; se poi fa uno spettacolo a pagamento, tantomeno può chiedere un patrocinio oneroso ad enti pubblici, per esempio per ottenere l'uso di un palco in piazza.

Insomma, se sei un artista devi stare senza lavoro.
Oppure...
    Aspettare che nasca la favolosa sorta di Netflix della cultura preannunciata dal Ministro Franceschini.
    Già me la immagino,
LA PIATTAFORMA: saremo tutti lì, artisti e operatori del mondo della cultura senza lavoro, che ci vedremo scippare spazi on-line dagli stessi che oggi occupano gli spazi fisici che ci mancano.
    Una sorta di cultura digitalizzata dei ricchi che lasceranno senza lavoro un sacco di altra gente.
Però sul web.

Miei cari confusi e teneri lettori, ci vediamo al prossimo post e, mi raccomando, non perdetevi d'animo, ci sarà sempre il vostro Rò a tirarvi sù di morale e dirvi che andrà tutto male.

parole chiave del post
#cultura
#arte
#manifestazione
#operatori
#franceschini
#netflix
#ministero
#teatro
#piazza


venerdì 29 maggio 2020

Post n.7: Nuoce gravemente alla malattia

Miei cari, movidisti e smascherati lettori, quando #MaurizioCrozza mostra una ricerca secondo la quale le sigarette proteggono dal Corona Virus, penso che senz'altro devo fare una foto allo schermo della tv, da utilizzare per un post ad hoc.
 Ora sapete che so il latino.

Ad essere molto chiari, il simpatico comico genovese pare essere  sconvolto - e mi sconvolge - perchè la ricerca è stata pubblicata da "Il Riformista", non per la ricerca in se'.
Ora, prima di spiegarvi cosa dice la ricerca, e vi assicuro che i racconti sui natali casalinghi di Maurizio Battista al confronto sono veglie funebri, volevo dirvi che fidandomi poco, anzi zero, dei programmi tv - che fra l'altro guardo in streaming non avendo una tv dal 2007 - sono andato a cercare l'altricolo e, beh, esiste davvero.
Da non credere.
Sapete perchè ho sempre odiato la stampa?
Per l'uso dei titoli
I Titoli in prima pagina sono subdoli, furbeschi, falsi, pilotati, pensati e scriti in cattiva fede, e guidano il pensiero delle masse.
Già la foto dietro le spalle del Crozza basterebbe, ma vi pubblico anche l'originale, qui a destra; ditemi se l'uso del presente condizionale, quasi imperativo, è fuorviante o no.
OH, giudicate voi, ovviamente.

Ma che dice 'sta ricerca d'er piffero? (leggi QUI se non credi).
 


SPIEGAZIONE RO'-TRANSLATOR

Esaminiamo 'sti 480 pazienti positivi al Corona Virus.
350 ricoverati... mhh.. quanti di loro fuma? 21? Così pochi?
E gli altri 130 in isolamento domiciliare che fanno? Ah di loro fumano solo in 7 ?!?!
WOW MA ALLORA IL TABACCO PROTEGGE DAL VIRUS!
APPLAUSONI.

Va beh.
Sarebbe come dire: prendo 100 persone, 10 sono malate di varicella. Di queste dieci, solo una mangia pasta e fagioli.
WOW LA PASTA E FAGIOLI E' LA NUOVA CURA PER LA VARICELLA!

Amici cari, capite anche voi che il danno è già stato fatto?
Milioni di morti per tabagismo, e finalmente riabilitiamo il tabagismo.
Non vedo l'ora che venga fuori lo studio secondo cui la grappa uccide il Corona Virus. Non tutti i virus, ma proprio quello lì.
E tutti giù a tracannare grappa.

Oppure a mettersela negli occhi, come andava di moda qualche annetto fa, così l'alcool si assorbe prima attraverso i vasi sanguigni, e divento anche cieco, oltre che scemo.

Ciao disperati miei, ci vediamo al prossimo post, io intanto vado a vedere se trovo qualche sigaretta avanzata e buttata per terra da qualcuno, ho sentito che il tabacco sommato alla cenere sommato alla saliva sommato al piombo delle auto che si deposita sui marciapiedi é una bomba contro il virus.



Brano musicale: Il conformista, Giorgio Gaber

parole chiave del post
#tabagismo
#giornalistibugiardi
#crozza
#fumo
#statistichedelcazzo

martedì 26 maggio 2020

Post n.6: Il Pensiero, la nuova Pornografia

Sì, l'ho scritto, miei dolci, teneri, disoccupatissimi lettori.
L'ho scritto e mi sono tolto un sasso dalla scarpa, anzi, 'na prèta gruossa comme 'nu partuallo, per dirla con un affettuosa e commossa dedica a Maestro #Eduardo de Filippo.
Qua davvero stiamo dando i numeri - sè, al Lotto - perchè quando uno parla di pensiero subito scatta la caccia al filosofo, la guerra all'intellettualone, l'allarme "saputello in arrivo", come se pensare fosse appannaggio (appa-chè?) degli studiosi, come se pensare con la propria testa fosse una roba da vergognarsi, da evitare, da offendersi quasi.
Pornografia, bellezza e piacere portati all'eccesso.
Il pensiero, appunto.
Sapete cosa ho trovato in decine e decine di descrizioni pallose e quasi incomprensibili sulle tecniche di indicizzazione dei siti sul web? Una robina straordinaria.
I motori di ricerca hanno degli algoritmi che capiscono il valore del vostro blog dall'originalità dei suoi contenuti, cioè da quanta testa ci mettete quando schiacciate i tasti.

Da schiattarsi dalle risate.

Eppure, nonostante il web sia pieno di gente pensante - no, tranquilli, non sono diventato improvvisamente buono, è soprattuto strapieno di teste di minchia - se nella vita reale mostrate la vostra capacità ci guidare sinapsi con una certa agevolezza, c'è gente che in meno di un nano secondo vi bolla come secchione, ed è incredibile ciò che accade: dal secondo nano secondo in poi la discussione già non ha più senso di esistere.
Tu tu sforzi di condividere idee, progetti, ricordi, battute, polemiche (in una parola: pensieri), e quell'altro non vede l'ora di salutarti per parlare male di te a qualcuno, nella certezza che la cattiva voce si spargerà macchia d'olio nel giro di pochi whatsappini.
Il pensiero vi farà bruciare l'erba intorno.
Sarete simpatici con tutti, sorriderete, ma solo fino a che si rimmarrà su argomenti di superficie e... nessuno vuole scavare nella merda dell'animo umano, oggi giorno.

No, non è vero.
Mento a me stesso.

Ho conosciuto ventenni che sono abituati a parlare per ore.
Che..
Si sono fatti terra bruciata intorno.
Poveretti.
Avrei dovuto prenderli sotto la mia ala da amico più grande e spiegare loro che bisogna essere intellettuali solo in casa, parlando col proprio cuscino.

Uno della mia età, che ha fatto teatro dovrebbe saperle 'ste cose, l'esperienza non mi manca; finchè ho fatto ridere, ho fatto l'animatore, lo scemo, tutto a posto, appena ho toccato temi un pelino, ma proprio un pelino più... come dire... più... dai...
Un pelino più.
Ecco, già non andavo più bene.
Ho fatto bene, però, a non dire queste cose a quei ragazzi, piuttosto ho goduto della loro voglia di parlare, e sono stato bene, per ore e ore, e va bene così cazzo.
La vita la pensata, va parlata, va vissuta.
La vita vera è pornografia sublimata.

Ciao nè,
e ricordatevi di scrivere i vostri commenti.

Video: Gaber, l'Anarchia ed io - Gambettola 30 Agosto 2019

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#pensiero
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#intelletto
#gaber

sabato 23 maggio 2020

Post n.5: Mangiamoci a vicenda

Cosa vuol dire scrivere un #blog?
Come voi acutissimi lettori vi sarete accorti, non sono Aranzulla, e non ho alcuna intenzione di farvi un corso accelerato di alfabetizzazione digitale di primo livello (ctrlv + ctrlc = AZZ-SI-WOW: FUNZIONA!).
 
La mia era una domanda più intima, più filosofica.
Proprio così.

Cosa può voler dire mantenere vivo un diario digitale nel 2020? E' uguale al 2005?
C'è lo stesso rapporto con i lettori, o forse qualcosa è cambiato?
Forse chi scrive un blog vuole solo diventare un #influencer e mettersi i soldi in saccoccia, mentre chi legge è un cannibale in cerca di stili di vita ed idee altrui di cui cibarsi con vorace bulimia, chi può dirlo.
Ricordo che tanti anni fa avevo un rapporto vivo con i miei lettori, umano, vero, li incontravo, scambiavo idee con loro, punti di vista; non avevamo voglia di dirci qualcosa, volevamo dirci TUTTO.
Oggi sui #social i commenti sono di due generi di vuoto: il vuoto a favore (sei un mito, hai ragione da vendere, posso condividere? questa te la rubo), ed il vuoto contro (sei un pezzo di merda, non capisci un cazzo, devi solo andare a zappare, quelli come te non hanno mai lavorato, e le foibe?).
Il TUTTO contro il VUOTO.

Ci starebbe bene la Marcia dell'Impero come colonna sonora.

Ho scritto per Ukizero (clicca QUI) per tre anni (09 gennaio 2014 - 30 dicembre 2016) e devo dire che il rapporto con i lettori era davvero entusiasmante, ma inquietante allo stesso tempo, perchè ogni settimana sapevo che qualcuno - i cannibali di cui sopra? - aspettava anche l'uscita del mio articolo per la folle rubrica "Il giorno della Quaglia".
Ukizero resta, peró, un baluardo di follia lucida. 

Ora invece ci sono i social. 

Leggeteli, 'sti specie di social-antisocial, è incredibile la voglia di distruggersi a vicenda, come onorevole il tentativo di qualche povero eroe d'altri tempi che cerca di divulgare stralci di idee proprie, senza condividere MEME.

(I MEME.
Cosa cazzo sono i MEME?)

Altrettanto incredibile è la voglia di emergere facendo tutorial di ogni tipo, dal come mettersi le dita nel naso senza lacerarsi i capillari, a come fare il pane in casa con la ricetta della nutella; dalla costruzione di una bicicletta con le ossa del tuo cane morto, alla tinta col l'olio del motore dell'auto, opportunamente filtrato con bustine di camomilla.

In questo periodo di virus, ho visto un moltiplicarsi di corsi di teatro on-line.
Sono stato tentato anche io, sapete, i soldi.
Non ce l'ho fatta, però, perchè una cosa è fare della teoria, e allora ci sta, un'altra è trasmettere l'arte fisica per eccellenza via video conferencing.
Lo fate solo perchè volete diventare influencer, ve lo dico io. Il teatro è Altro.

Il Blog è Altro.
E... se avete letto fino a qui, anche voi siete Altro.
Al prssimo post, miei cannibalissimi lettori.

Brano musicale: Prima Guardia, Litfiba

parole chiave del post
#blog
#social
#meme
#antisocial
#primaguardia