Chiacchierando allegro
con la persona che hai appena conosciuto e convinto a venire con te al chiosco
del cocco, potresti imbatterti però in un individuo che, fino a pochi istanti
prima, difficilmente avresti pensato di incontrare, almeno, non in
quell’occasione, e sicuramente non nella tua dimensione.
Un uomo possente, di
circa 45 anni, il cui corpo è quasi interamente tatuato, ma non totalmente,
perché molteplici striature su più direzioni ricordano il colore della sua
pelle, e stanno a significare degli sfregi, o significativi graffi.
La sua presenza non
sarebbe particolarmente eccezionale – non sono rarissime, ormai, persone che
decidono di tatuare il blu scuro o il nero totale sul corpo, a prescindere da
qualsiasi forma artistica rappresenti, disegni o scritte – se non fosse per la
sua testa.
Già, perché il capo, ed il volto di quell’uomo cambierebbero davvero la tua spensierata chiacchierata verso il chiosco; lui, con un lento ma deciso percorso, si è tramutato in qualcosa di diverso da ciò che era qualche anno fa, ed oggi si fa chiamare Diabaopraddo, Diavolo Praddo, l’uomo demone, o diavolo che sia.
Ha modificato la sua arcata dentale: adesso mandibola e mascella sono diverse, più larghe, adatte ad accogliere zanne affilate e sporgenti, aguzze come quelle d’un cinghiale, nella parte sotto, e denti acuminati che ricordano quelli d’uno squalo bianco, davanti soprattutto, al posto degli incisivi e di quasi tutti gli altri denti.
Dei suoi capelli non c’è
più traccia, a parte una piccola cresta, perché la testa, visibilmente
deformata, adesso presenta diverse bozze a rappresentar corna e, a parte
queste, dalla pelle sbucano due fila di corna vere e proprie, bianche come
avorio ed appuntite, curve come mezzelune, non enormi come quelle d’un toro,
per fortuna.
Vorresti guardarlo dritto negli occhi per capire meglio chi è: sono lo specchio dell’anima, si dice, ma i suoi occhi sono irrimediabilmente e totalmente tatuati, anche al proprio interno, e pare che il colore scuro della pupilla si sia irradiato alla congiuntiva, oscurando l’iride e la cornea.
Così, al posto della fresca bevanda a base di cocco e chissà quale strano intruglio alcolico ammazza turista, finiresti col chiedere una bottiglietta d’acqua, perché a guardare quell’uomo, ti si è seccata definitivamente la gola.
I passanti si fanno un
selfie con Michel Faro Praddo, anzi, Diabao Praddo, perché una persona così
difficilmente si può incontrare ovunque.
Resti fermo giusto il
tempo per perdere la persona che ti stava accanto, che intanto se n’è già
andata, ma a te poco importa: tu guardi, rapito dalla disinvoltura con cui la
coppia passeggia fra l’incredulità della gente e le simpatiche battute. Ti avvicini,
ma non capisci bene cosa dice l’uomo: speri parli in inglese, e invece parla
portoghese (ma dai?) e la sua dizione è inevitabilmente modificata dalle
protesi dentarie e dalle protuberanze presenti su tutta la bocca.
La coppia si allontana,
tu finisci di bere l’acqua e ti siedi sulla prima panchina disponibile per
riflettere sulla scena che hai appena visto.
Già: cos’hai visto
esattamente?
Due appassionati di
tatuaggi e body modification estremo oppure un gruppo di persone che chiedono
di fare un selfie con loro?
Voi ve lo fareste un
selfie accanto al Diabao Michel Faro Praddo?
Miei cari bimbi sperduti
nella penisola che purtroppo c’è, devo ammettere che quando ho deciso di
scrivere questo post mi sono veramente sentito a disagio, un disagio intimo e
profondo, perché la sottile linea rossa fra stupore e giudizio è davvero
subdola, e non voglio certo rovinarmi con le mie stesse mani, scrivendo qualche
cazzata di troppo. Cazzata che, del resto, potrei serenamente evitare non
pubblicando nulla sull’argomento.
Il tema, però, è molto
forte, più di quanto si pensi, tanto che sono convinto non si riesca neanche a
risolvere (tsè) con un singolo post.
Spingersi nella zona
misteriosa e misterica della mente, laddove si decide di dichiarare ai
giornalisti che non è finita lì, perché il desiderio di trasformazione è troppo
forte, e forse le mani fra un po’ diventeranno dei veri e propri artigli.
Anche Anthony Loffredo, ha
molto da raccontare, sapete.
Il gran bel ragazzo che
era prima, ora si presenta come un ‘essere’ antropomorfo, totalmente colorato e
deforme, davvero singolare, che ogni giorno ha a che fare con problemi di
integrazione e di “incomprensione” da parte estranei e parenti, perfino di
violenza psicologica ed insulti (QUI un’intervista al quotidiano Midi Libre).
Che dire,
abbiamo una questione aperta di estetica?
Stiamo
vivendo la realizzazione di sogni che sono sempre esistiti, ma che prima non
era possibile realizzare?
Oppure,
cari miei lettori (siete ancora svegli, vero?), ci troviamo davanti al più
grande caso di condizionamento di massa che si sia visto?
…oppure,
chissà se è questione di ben altri bisogni, la bella spesuccia di
UN milione di sterline del buon Rodrigo Alves, che tanto ha fatto per
assomigliare a Ken, il famoso fidanzatino della Barbie. Soldoni spesi, per poi ascoltare
la sua vera sessualità, e quindi dopo 90 interventi chirurgici diventare una
bellissima ragazza di nome Jessica.
Forse, nel suo caso sarebbe bastato un unico percorso di autoascolto, sin dall’inizio, per capire che la trasformazione da fare poteva essere solo ed unicamente l’ultima, così, come moltissime persone del mondo, Rodrigo avrebbe potuto spendere qualche migliaio di sterline, e la bella Jessica sarebbe uscita subito dal suo bozzolo per spiegare le ali della libertà.
Quando io
pubblico foto in cui faccio il vampiro con gli occhi rossi, è perché ho partecipato
a riprese video per la RAI, o perché partecipavo ad un gioco di ruolo
intitolato, appunto, VAMPIRI eh, beh, quegli occhi erano banali lenti a
contatto colorate e graduate; io sono io, sono io e sono io (3 volte). Non un
vampiro.
Quello era teatro, o TV.
Dunque, ragazzi, sarebbe opportuno affrontare un percorso di autoascolto e di ricerca interiore, prima di procedere con mutilazioni e scarificazioni estetiche?
Pensate
che, nel mondo di oggi, siamo abbastanza sereni e consapevoli del nostro “io”
da capire, con l’opportuna fermezza, se è giusto per noi toglierci quattro dita
sane e due orecchie, solo per assomigliare ad un alieno?
Per inciso…
stiamo studiando miliardi di galassie, per ora nessuna presenza di vita, quindi
la forma di alieno copiata è solo un’immagine indotta da film, fumetti e
cartoni animati, oltre a disegni, segnalazioni varie e, ovviamente, stupende e spassosissime
apparizioni dell’infinita epopea televisiva di Star Trek.
Idem per
l’immagine di demoni e vampiruzzi che, fino a prova contraria, non esistono.
Assomigliare
a loro, vuol dire assomigliare al nulla.
soprattutto dotata di grande fantasia; immagini che, nel caso di una certa importante religione, sono state addirittura confermate da poveri disgraziati sotto tortura, per qualche centinaio di anni di inquisizione.
Pratico almeno dieci minuti di meditazione al giorno?
So come funziona il mio cervello e conosco i meccanismi più elementari dei circuiti neurali che portano alle mie scelte quotidiane?
Sicuramente, per me, un
professionista di body modification o un chirurgo, dovrebbero avere la capacità
di accompagnare chi si candida alla trasformazione da umano a uomo uccello o
alieno, in un percorso intimo verso la scoperta del proprio io, e la quiete, la
calma.
E voi, miei cari lettorozzi,
cosa ne pensate?
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- https://tvefamosos.uol.com.br/album/2021/07/07/diabao-veja-a-transformacao-de-michel-praddo.htm?foto=1
- https://gulfnews.com/photos/news/the-sinister-attracted-me-brazilian-tattoo-artist-morphs-into-devil-look-alike-1.1629544284609?slide=7
- https://www.reuters.com/news/picture/brazilian-tattoo-artist-morphs-into-devi-idJPRTXG2CH7
- https://quintafuerza.mx/viral/black-alien-se-amputa-los-dedos-de-las-manos-y-quiere-nuevas-piernas/
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