Il fatto che ieri sera abbia mangiato due tartine in più del solito, e sette pezzi di salsiccia anziché quattro, per poi restare sveglio tutta la notte e finire qui, alla tastiera, alle sei del mattino, non fa di me un uomo migliore ne’ un inguaribile bohèmien, ma vuol dire semplicemente che mi è rimasto tutto sullo stomaco perché non ho più vent’anni, età in cui digerivo senza problemi le cene di capodanno improbabili proposte dai locali milanesi e facevo fuori anche gli avanzi delle ragazze schifate della mia compagnia, che lasciavano puntualmente tutto sul piatto.
Miei cari piccoli bimbi sperduti sulla penisola che c’è, come state?
Oggi si festeggia il primo giorno dell’anno 2021 - data puramente convenzionale, tengo a precisare - ma c’è qualcosa di strano nell’aria: leggo sui social che tutti stanno festeggiando la fine del 2020, come se il termine “capodanno” improvvisamente abbia assunto il significato parigino di “mozziamo la testa al Re”, che sarebbe, secondo la mia ardita similitudine e perifrasi, l’anno appena trascorso.
Niente più caput anni, quindi, niente più principio da festeggiare, ma una fine moribonda e disastrosa, come un ultimo saluto alla balena che va a morire in chissà quali profondità dell’oceano, per essere lentamente sbranata dagli squali bianchi.
Da ieri, e per sempre, dunque il 31 dicembre pare che non faremo più il conto alla rovescia per festeggiare il caput anni, ma il finis anni, il Finissanno!
Nessuna speranza
per i mesi a venire, ma solo festeggiamenti per la merda passata.
Nessuna voglia di
immaginare nuove avventure, ma solo rimpianti per i treni persi.
Nessun ‘chissà’, ma
solo ‘ormai’.
Insomma, non si
scopa più a Capodanno, ma si prende la pillola del giorno dopo al Finissanno!
È questo l’effetto che ha fatto il 2020 sul morale della gente, porca puttana, ed io che nel post n.4 del 21 Maggio 2020 (clicca QUI) mi chiedevo “Vediamo a quale atto faranno calare il sipario”: ecco dov’è calato il sipario, sulle vostre zucche vuote, ma proprio di peso.
PàM!
Una botta e via,
tutti rincoglioniti.
Tutti a cantare sui
balconi (ricordo sommessamente che quando lo facevo io nel 1998 a San Giuliano
Milanese per divulgare un’iniziativa simpatica ero il solito scemo) una canzone di Rino Gaetano, morto a 31 anni per
incidente stradale, anziché decidere di cantare ognuno la propria canzone preferita, tutti a ripetere le stesse minchiate
senza senso logico ne’ scientifico, tutti ad indossare mascherine artigianali
del cazzo, inutili e orribili da vedere.
Tutti a lamentarsi
di tutto e del contrario di tutto, e delle loro stesse lamentele, se i loro punti
di riferimento cambiano idea.
Per fortuna oggi è il Finissanno, ed è finita!
Il 2020 è passato,
un anno di merda, ripetono all’unisono le teste colpite dal sipario, da oggi
sarà tutto diverso, guariremo da ogni malattia allo schiocco delle dita di qualsiasi
magnate statunitense dal nome impronunciabile, troveremo tutti lavoro, le
nostre piccole nevrosi si scioglieranno come neve al sole, e le cagate scritte
sui social verranno dimenticate in fretta.
È uno dei vantaggi
del Finissanno: ogni primo Gennaio si cancella tutto quello che c’è stato
prima, senza rèmore ne’ vergogne.
- ciao, vaffanculo
- ma come ti
permetti!
- ma domani è il
Finissanno!
- ah ok, che bello,
dai vaffanculo anche tu allora! Ci vediamo domani sera per un aperitivo. Oh porta
la maschera nera con la pizza disegnata sopra che fa spaccare
- ah sì, quella che
sembra che la stia mangiando e mi sbavo di pomodoro sopra?
- si quella, mamma
mia che ridere.
Sì, che pazze
risate, queste mascherine variopinte.
Ah
aH
Ah.
Oggi per fortuna è
il Finissanno e so che tutto cambierà.
(mah).
L’ultima volta che ho
scritto qui è stata nel 13 Luglio 2020 (2020, uh che anno di merda, 2020 da
dimenticare, 2020 l’ho cancellato, bla bla bla), ed era in occasione della
scomparsa di Morricone; poi, niente più.
Le vicissitudini ti
portano lontano dal blog e poi, sapete, il 2020 è stato un anno di merda………......
Detto ciò, care
zucchette vuote che non siete altro, sappiate che mai ho smesso di sognare, e
progettare, e cercare di capire, e sviluppare, e sbattere contro muri di gomma, e battere la testa.
Battere la testa
soprattutto, lo faccio spesso, non fatelo anche voi, fa parecchio male e
bisogna avere il ghiaccio a portata di mano.
La mia empatia
innata mi fa certo soffrire della
sofferenza altrui, ma questo è sempre accaduto, non solo quest’anno (2020,
uh che anno di merda, 2020 da dimenticare, 2020 l’ho cancellato, bla bla bla);
ho sempre provato dolore per i malati, i moribondi, i poveri, le famiglie che
subiscono lutti e situazioni del genere quindi, posso tranquillamente affermare
che io ero già umanamente pronto ad una pandemia.
E voi?
Dove cazzo siete stati
negli ultimi secoli?
Vi è piaciuto
strafogarvi, divertirvi, perdere risorse in stronzate senza informarvi, senza
badare a chi stava peggio, senza mai leggere un libro, senza confrontarvi mai
con qualcuno diverso da voi?
Ora, poverini,
siete tutti scossi e terrorizzati perché vi hanno tolto il giocattolo.
Non potete andare a
trovare i vostri amanti in palestra, non potete uscire la sera con amici
fasulli per passare ore vuote a ripetere sempre le stesse battute e parlare di
serie tv americane, non potete neanche andare a lavorare, vi costringono a fare
tutto da casa e non potete cazzeggiare coi colleghi perché lo smart-working (chimarlo lavoro da casa era difficile, scusate) include
il concetto pratico di face-to-face e dovete produrre molto più di prima.
Niente più
chiacchiere al bar, niente amichetti e amichette segrete.
Insomma siete
costretti a stare un po’ da soli col vostro peggior nemico: voi stessi.
Eh, ragazzi, ora
capisco perché il 2020 vi ha così terrorizzato e perché non rispettate le
regole restrittive. Le malattie e gli
ospedali ci sono sempre stati, non ditemi stronzate, non è quello che vi ha
sconvolto.
Vi ha sconvolto il
fatto che prima dei malati ve ne
fottevate, mentre adesso siamo tutti sulla stessa barca a fare i conti ognuno con
il proprio livello di umanità.
Certo, ammetto che finire di fronte alla vostra inettitudine, alla vostra ignoranza, alla vostra
bastardaggine e vuotezza così, senza preavviso, è stato abbastanza disumano, ma
tant’è, ed infatti molti di voi se la stanno cavando benissimo: inetti,
ignoranti, bastardi e vuoti siete rimasti (comprare tutte le risorse alimentari
in un giorno fottendosene di chi non può muoversi come si può definire come comportamento?), e
vedrete che il Finissanno vi aiuterà.
Provo un po’
tenerezza per chi ha cominciato ad aprire gli occhi, davvero, perché non è
colpa sua se lo hanno cresciuto come uno stronzo egoista fighetto e ignorante
come una capra, ma…
Ops, scusate, temo
che mi stia lasciando un po’ prendere la mano, devo darmi una calmata, non
vorrei offendere qualcuno.
Tanto lo sapete, se
vi dico che siete bastardi e ignoranti come capre lo faccio con affetto, amo le
capre e voglio bene anche a voi, carissimi lettori di questo strampalato blog,
erede di quell’altro che avevo tenuto per dieci anni.
Magari mi state
mandando maledizioni ed imprecate contro me, che mi assurgo a vette elevate di guru
innovatore e silenzioso rivoluzionario anarchico de’ noiartri.
Poco importa,
odiatemi, ditemi che perdo tempo con la scrittura, col teatro, con i sogni ed i
progetti, col pensiero insomma, tanto il prossimo 1 Gennaio festeggerò la fine
del mio 2021 e tutto passerà.
Odiamoci con amore,
non siamo migliorati, siamo peggiorati, ma di brutto.
Che, poi, peggiorati
rispetto a cosa, in realtà non si sa; viviamo in una natura in cui i leoni uccidono
a zampate cuccioli indifesi davanti ai loro fratellini se pensano che crescendo
possano diventare rivali in amore.
L’ho visto in un
documentario, è proprio vero, pensa che pianeta assurdo.
Il nostro cielo è
attraversato da tredici costellazioni e c’è ancora chi fa pronostici pensando
che ce ne siano dodici, e tutti gli credono, e tutti credono ai segni
zodiacali, e nessuno ha il coraggio di dire che sono stronzate, e perfino
quando nessun astrologo del pianeta ha previsto una pandemia, questo viene licenziato e
l’astrologia viene archiviata per sempre con la dicitura “puttanata ad libitum”.
Tsè.
Quando lavoravo nei
gasoli e sbagliavo a registrare una fattura del gpl - una su centinaia - la sera il titolare mi chiamava perfino per
nome (ero D’Izzia, ma solo in quei casi diventavo Roberto) per farmi il
cicchetto.
Va beh, posso
tranquillamente ammettere di aver sbagliato mestiere, dovevo fare l’astrologo,
o il tessitore di mascherine.
Voi intanto
ricominciate a strafogarvi di stronzate fisiche e morali, tanto avete un anno
di tempo da accumulare, e poi scaricate tutto nel cesso il prossimo 31 Dicembre.
Per ora, Buon Finissanno a tutti, dal vostro Rò.
p.s.: ricordatevi che potete lasciare un commento ai post. Su questo post in particolare, ci tengo, tanto poi l'anno prossimo lo cancello :)
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Brano musicale: People Are Strange, The Doors
2 commenti:
Riflessione molto vera...grazie..
Sembra scritto per me che non ho mai partecipato ad un cenone, né sono mai andata ad una festa l'ultimo dell'anno!
È una cosa che mal sopporto, non solo ora che ho una certa età ma anche quando ero giovane.
Mi mette a disagio brindare al nuovo anno o vedere caricare di aspettative l'anno nuovo, come de fosse possibile girare pagina da un momento all'altro, o come se il nuovo anno fosse un'entità in grado di soddisfare le nostre richieste spesso troppo materiali.
Non sopporto di fare il bilancio a fine anno... ma magari ne faccio uno ogni sera...
Del resto il calendario lo abbiamo inventato noi...
Sempre di bilancio si tratta, cara lettrice.
Ah, hai appena vinto un importantissimo premio: sei la prima persona che lascia un commento su questo stupendo blog.
Hai vinto un bilancio annuale della tua vita.
Lo facciamo adesso, così, senza aspettare dodici mesi ;)
A presto e grazie del tuo prezioso pensiero!
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