Se fossi davvero capace di scrivere, al posto di un blog farei un libro, e diventerei ricco.

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venerdì 15 gennaio 2021

Post n.12: Fenomenologia del Rompicazzo

  Coronavirus, Classroom, Weschool, DPCM, Meet, il Lievito di birra, tampone, bonsai, gli gnocchi, grow box, ceretta araba, scarpiera, lo Spid, il Lievito madre, Festival di Sanremo, NBA. 

  Miei poveri, schizofrenici e stravolti lettori, vi chiederete che caspita vogliano significare tutte le parole che ho elencato qui sopra, e mentre ve lo chiedete so già che uno spiritello dentro voi sta già suggerendovi la risposta: sono alcune fra le parole più ricercate nel web durante l’intero anno 2020, ed io le ho messe a caso all’inizio del post solo per poter scalare qualche posizione nella giungla delle ricerche.

Tutto qui.
E’ un simpatico scherzo, per cominciare col sorriso.

Non state sorridendo pensando a questo simpatico scherzo?
È perché vi manca il senso dello humour inglese.
  Quello che io ho sempre avuto a quintalate, come quando la professoressa di storia alle medie mi chiedeva perché i romani esitavano ad attraversare il Rubicone nel 49 avanti quell’altro, ed io rispondevo che non ne avevano voglia proprio perché erano romani.

  A tutte le definizioni sopra elencate, ne devo aggiungere una, ma vi tocca spettare la fine del post per scoprirla, anche se dal titolo, se avete un minimo di senso civico e di onestà intellettuale, potreste già indovinarla; si tratta di un nome proprio, anzi un nome seguito da un cognome.
Ecco, vi ho dato un indizio, così potete continuare a volermi bene.

  Provo ad immaginare quel certo imbarazzo di chi si trova davanti il termine “Rompicazzo”, ma ragazzi, siamo tutti grandi e vaccinati (ah, già, mi mancavano VACCINATI, VACCINO, VIRUS, COVID, SIRINGA, PFIZER, MICHELLE PFEIFFER) e immagino che una parolaccia non guasti le feste a nessuno, anche perché è proprio il genere di persona a cui mi riferisco, il guastafeste.
Quello che guasta le feste.
Non so voi, ma al di là delle battute, io ho conosciuto davvero il guastafeste, il Rompicazzo.

  Quando sei al mare, e ci vai una volta l’anno se vivi in qualsiasi altra parte del mondo, e per un anno non pensi ad altro che andare al mare, solo per due settimane, se hai un’età compresa fra i sedici ed i vent’anni, quelle due settimane sono conteggiate in ore già distribuite secondo un bollettino preciso:
- ore totali: 336
- 10 ore per viaggio andata e ritorno

- 78 ore per sonno (6 ore notte x 13 notti)
- 13 ore varie (1 ora giorno per fare spesa ed altro)

- 6,5 ore bagno, nel senso del cesso (mezz’ora al giorno)
- 228,5 ore libere per cuccare (sinonimo di conquistare il cuore di qualcuno e generare amorose situazioni estive).

 

Il Rompicazzo, però, se è un tuo compagno di vacanza, si lamenta
del cibo comprato, della piazzola che ti hanno assegnato al campeggio (il terreno è troppo duro e non entrano i picchetti, gli alberi sono troppo
distanti e non si riesce a tirare le corde per stendere i panni, i bagni sono vicini c’è cattivo odore, non c’è ombra fa troppo caldo già dalle sette e mezza), vuole fare le gite quando la sera prima si è fatto tutti tardi e si vuole dormire tutta la mattina in spiaggia, e vuole dormire quando si è deciso di andare a vedere una bellissima grotta con i pipistrelli.
  Il Rompicazzo non sa farci con le donne,
e fin qui pazienza, ognuno è fatto a modo suo, ma il suo problema è che appena trovi la ragazza tu, lui si attacca come una mignatta, e non si stacca più, facendoti perdere ogni minuto di quei 13.710 preziosi minuti di quelle 228,5 preziose ore dedicate come da programma alle limonate estive, che non sono bibite fresche siciliane.

  Il Rompicazzo, quando è sera tardi e tutti sono ad una festa e l’atmosfera si scalda, e perfino i pezzi di marmo cominciano lentamente a sciogliersi come gomme frizionate, e perfino quelli che si stanno sulle palle cominciano a farsi battute e darsi una mano a vicenda per concludere qualcosa, si inventa un’allergia, una vomitata sul tappeto, una telefonata urgente, un “devo andare a casa qualcuno mi accompagna?”, un “questa bibita è calda”, una luce accesa nel momento sbagliato e nel posto sbagliatissimo davanti a tutti, e tutti piano piano dicono “eh sì, anche io vado”, e le gomme pian piano tornano marmi freddissimi, e duri.
Come marmo, appunto.

  Il Rompicazzo alza la voce il sabato sera perché anziché in un locale vuole andare in un altro, e siccome guida lui, tutti i maschi della compagnia s’incazzano perché avevano il puntello con delle ragazze da un’altra parte.

  Per andare nel locale scelto da lui, oltretutto, si perde un’ora a parcheggiare e si finisce la serata optando per un autogrill di merda, mangiando panini col prosciutto crudo marcio e biscotti al cioccolato, e bevendo birra tedesca in lattina, che sa di lattina.
Che poi vomiti sul marciapiede roba che sa di lattina al prosciutto crudo e cioccolato.

È lui, sempre lui, in agguato.
Lui non è cattivo, è peggio, è anche bugiardo. Il Rompicazzo ti dice che è stanco e invece esce con i tuoi amici al posto tuo, mentre tu stai a casa proprio la sera in cui volevi svagarti un po’ per non pensare ai problemi e volevi chiacchierare di cose leggere.

Il Rompicazzo sta come le arpie sugli alberi spogli nel secondo girone dell’Inferno di Dante, si pasce della tua voglia di vivere, di essere, di fare, e lui contento se la ride.

Uno così, pensa se si mettesse a fare politica, che matte risate per tutti.

Dal 26 Ottobre 2012 al 16 Febbraio 2014 direbbe che non salirebbe mai al Governo senza prendere voti dal popolo, e il 17 Febbraio diventerebbe Premier dichiarando “Vogliamo arrivare fino al 2018” (questa l'avevo già sentita, dove? QUI).

Uno così nel 2013 farebbe il Sindaco di Firenze girando tutte le TV per parlare di politica Nazionale preparando il terreno per guastare le feste ai vertici del suo partito.

Uno così nel 2021, se l’Italia venisse investita da una pandemia globale (PANDEMIA, PANDEMIA, PANDEMIA), farebbe di tutto per far cadere un Governo che sta appoggiando con un partito senza programma che non ha fatto campagna elettorale nel territorio, solo per ottenere risultati in realtà già ottenuti da mediazioni già andate a buon fine, e lo farebbe chiedendo ai propri ministri di dimettersi dichiarando che è stato il Presidente del Consiglio a cacciare il loro partito di appartenenza dalla maggioranza.

Un Rompicazzo così si comporterebbe da rompicazzo a tutti gli effetti, insomma.

Non so cosa ne pensate, ma mentre scrivo a voi - e sono le 01:32 del 15/1/2021 - sto leggendo le news sulla crisi di Governo, su chi l’ha causata, e mi vien la nostalgia delle vomitate all’autogrill.

Un Rompicazzo in politica sarebbe pericoloso, non per la democrazia (è bello che ognuno eserciti attivismo, fa bene) ma per il benessere della collettività, perché se per qualche iattura dovesse non si sa come raggiungere i vertici delle istituzioni, finirebbe col giocherellare sulla salute della gente, pensando ancora di essere al sabato sera e di rovinare una semplice uscita con gli amici.

Un paese come l’Italia, però, vive un equilibrio ultra fragile, perché la burocrazia, le mafie, il debito pubblico e le penose gestioni passate hanno lasciato un paese a pezzi e sacche di povertà allucinanti.

Porca vacca come sono serio, spè che bevo la tisana alle prugne (azz s’è raffreddata!) e torno normale.

Bene, siamo giunti alla fine del post, l’identikit del mitico Rompicazzo oramai è delineato, e so che tutti state aspettando che getti la maschera e scriva il nome e cognome che vi avevo preannunciato, quel nome e quel cognome più cliccati del 2020, ed eccovi accontentati, miei sciagurati lettori: Diego Armando Maradona.
Tiè, Fregati.


Oh è troppo tardi, vado a dormire.
Miei cari sperduti lettori, grazie per aver letto il mio pessimo blog fatto di filosofia spicciola anche questa volta, alla prossima e ricordate di lasciare il vostro commento!

parole chiave del post
#crisidiGoverno

#rompicazzo
#filosofooverground

Brano musicale: Il filosofo overground, Giorgio Gaber



 

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